Ue: Nykoping tensioni su allargamento e immigrazione

A Nykoping, la cittadina della Svezia meridionale dove sono riuniti da questo pomeriggio in sessione informale, i capi della diplomazia comunitaria hanno iniziato l'esame della proposta della Commissione europea che punta a limitare per un periodo transitorio di sette anni al massimo i flussi migratori dai futuri nuovi paesi Ue postcomunisti, in deroga al principio della libera circolazione.

Una prospettiva che preoccupa soprattutto Germania e Austria che temono un forte spostamento di manodopera a basso costo che potrebbe mettere in pericolo gli equilibri occupazionali interni. Per la maggior parte degli altri paesi Ue il rischio è considerato molto più moderato. «Per l'Austria un periodo transitorio di sette anni è indispensabile» ha detto oggi il capo della diplomazia di Vienna Benita Ferrero Waldner. Il dibattito è stato però subito allargato dalla Spagna, alla questione spinosa dei fondi strutturali Ue, che Madrid teme di perdere dopo l'allargamento a paesi con un Pnl in media più basso di quello attuale dell'Ue. Il ministro spagnolo Josep Pique ha chiesto che il problema dell'immigrazione e quello dei fondi siano risolti in parallelo.

Sulla stessa linea anche la Francia, che vuole inserire nel negoziato sull'allargamento anche la questione degli aiuti all'agricoltura. «Sono questioni legate» ha detto il ministro francese Hubert Vedrine. L'Italia ha confermato di condividere le preoccupazioni di Madrid e Parigi: «quello dei fondi è per noi il problema più delicato dell'allargamento» ha detto il sottosegretario agli esteri Umberto Ranieri, che oggi ha sostituito a Nykoping il ministro Dini. «Va trovato un equilibrio generale sui costi e i benefici dell'allargamento» ha aggiunto.

Le dichiarazioni incrociate dei quindici ministri hanno fatto segnare momenti di tensione, come spesso nelle fasi iniziali di un negoziato difficile: Ferrero Waldner ha affermato che se non sarà previsto un periodo transitorio per i lavoratori est-europei, potrebbe dover essere rinviato l'allargamento. Il tedesco Joshka Fischer ha risposto a Pique ricordando che certe questioni, come la libera circolazione, «costano poco», altre, come i fondi strutturali, «costano molto». Fra le due posizioni la presidenza svedese dell'Ue e il presidente della Commissione Romano Prodi dovranno cercare di trovare un compromesso. Se possibile entro il prossimo vertice Ue di Goteborg, che però è previsto per il 15 giugno, fra soli 40 giorni.

(kil/sda)