La bozza, resa nota ieri sera in una riunione della commissione
governativa ad hoc dal ministro dell'economia Heizo Takenaka , uno
dei 'cervellì delle riforme del premier, è articolata in sette
capitoli: privatizzazioni e deregulation, incentivi a nuove
imprese, riorganizzazione stato sociale, riqualificazione della
mano d'opera, servizi per le famiglie e madri al lavoro, autonomia
fiscale per gli enti locali, revisione delle rigidità nelle voci
di spesa del bilancio pubblico.
Secondo fonti di stampa odierne, la bozza è stata accolta con
riserve e reazioni negative dai funzionari dei ministeri
interessati e colpiti più direttamente dalle riforme proposte.
«Sarà una strada di spine e tutta in salita», afferma oggi il
quotidiano Asahi.
«Credo che una delle chiavi del successo o no delle riforme
strutturali sia il primo punto», ha detto il noto scrittore e
saggista Naoki Inose, autore sei anni fa di un libro dal titolo
«Nihonkoku no kenkyu» (Studio sul Giappone), con commento finale
dell'attuale ministro dell' economia Takenaka, che lo definiva
un'opera magistrale, e considerato dai critici il testo base del
Koizumi pensiero. «Privatizzare e abolire la selva di enti
parastatali e associazioni di diritto pubblico - ha aggiunto - è
l'unica via per ridare competitività ad un sistema divenuto con
gli anni degno del peggior socialismo centralista».
Gli enti parastatali giapponesi sono circa 160, con alcuni
colossi come L'Ente per il finanziamento dei mutui case e l'Ente
pubblico autostrade, un carrozzone creato nel 1956 per la
costruzione e gestione della rete autostradale e indebitato per
circa 25.000 miliardi di yen (360 miliardi di franchi), nonostante
i pedaggi molto alti.
Ma la cosa più sorprendente e poco nota è che attorno a questi
160 enti gravitano un numero incredibile, circa 26.000, di società
e associazioni a statuto speciale che intervengono praticamente in
ogni aspetto della vita quotidiana dei 127 milioni di giapponesi.
La patente di guida, ad esempio, ha una validità iniziale di
appena tre anni e in seguito soltanto gli autisti modello che non
hanno commesso infrazioni se la vedono elevare a cinque anni. E le
pratiche di rinnovo vengono espletate da un'Associazione di diritto
pubblico presso cui lavorano ex poliziotti (in pensione a 60
anni)che arrotondano i guadagni fino a 65 anni di età, grazie alle
tariffa base di 2.900 yen (poco più di 40 franchi) per rinnovo
della patente. « Sono circa 20 milioni gli automobilisti che
rinnovano la patente ogni anno, con proventi enormi per
l'Associazione», ha scritto di recente Inose sul quotidiano
Yomiuri.
Basta perlustrare l'intero quartiere centrale di Tokyo chiamato
Toronamon, a fianco delle sedi dei Ministeri e del Parlamento, per
rendersi conto delle ramificazioni incredibili della 'cittadella
socialistà giapponese: praticamente quasi ogni palazzo ospita le
migliaia di enti parastatali e semipubblici, dove ogni anno
politici e burocrati in pensione si trasferiscono armi e bagagli
per continuare ' a servire lo statò. «Quella delle privatizzazioni
sarà una battaglia durissima, ma è l'unico modo per ridar vita al
Giappone», afferma Inose.
(sda)