«Andatevene, sono stanco», ha gridato Norihisa Kusumi, 59 anni,
a cavallo del parapetto della terrazza alla sommità dell'
edificio, agli impiegati che cercavano di dissuaderlo, prima di
lanciarsi nel vuoto. Non ha lasciato messaggi per spiegare il suo
gesto, ma la casa automobilistica ha informato che è in corso
un'inchiesta su alcuni prestiti dubbi concessi da Nissan Prince
Fukuoka Sales, la filiale diretta (al 100%) del gruppo di cui
Kusumi era direttore generale.
Il dirigente, che lavorava nel gruppo Nissan da 36 anni ed era
stato responsabile dello sviluppo della seconda generazione della
berlina di lusso Cima, era dal 1992 alla guida della
concessionaria, che occupa circa 700 persone e ha avuto nel 1999
un fatturato di 30 miliardi di yen (circa 450 milioni di franchi).
«Ora che è morto, non possiamo dire perchè lo abbia fatto. Quel
che è vero è che indaghiamo su prestiti della sua societa»', ha
detto Megumu Tanefusa, portavoce di Nissan Motor. Si tratterebbe -
ha aggiunto - di prestiti «problematici», per attività non legate
all'automobile.
Alcuni giornali popolari hanno invece messo in relazione il
suicidio, avvenuto martedì sera e al quale la polizia ha assistito
impotente, con il «periodo difficile» della casa automobilistica,
alludendo al piano di ristrutturazione varato nell'ottobre scorso
su iniziativa dell' azionista di maggioranza, la francese Renault,
e che prevede chiusure di stabilimenti, soppressione di posti di
lavoro e razionalizzazione della rete dei concessionari.
«Per quanto ne sappiamo, la società gode di buona salute, con
risultati sopra la media, e non vi era ragione perchè la Nissan
avesse problemi con questo dirigente», hanno detto alcune fonti
del gruppo.
(sda)
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